Osservatori dello Yuan sembrano sostenere adesso che la Cina non dovrebbe aver più paura della rottura di quota 7 su USD/CNH, da molti ritenuta fondamentale. Tale tesi pare sia stata incoraggiata, dal sostegno di un ex funzionario della banca centrale.
Nei quattro giorni trascorsi da quando l’ex governatore Zhou Xiaochuan ha respinto l’importanza di quota 7. Almeno sei analisti hanno pubblicato rapporti in cui spiegano perché la Banca Popolare Cinese possa tollerare uno yuan più debole. Sostengono che i responsabili politici, hanno maggiori probabilità di dare la priorità alla crescita economica. Piuttosto che ad un peggioramento dello stallo con gli Stati Uniti sul commercio.
Lo yuan si è stato indebolito nelle ultime ore: a 6.993 contro il dollaro USA.
Lo yuan si è stabilizzato nelle ultime settimane: soprattutto quando le autorità hanno espresso il sostegno alla valuta, a seguito di una rapida svendita che lo ha spinto vicino ad un livello non superato sin dalla crisi finanziaria globale. Nel mese di maggio, ha perso ancora circa il 2,5% – il peggiore in Asia – anche se l’attuale governatore della PBOC Yi Gang, ha minimizzato il rischio di ulteriori svalutazioni. La crescente convinzione che la Federal Reserve USA taglierà i tassi di interesse, potrebbe anche contribuire ad alleviare parte di quella pressione.
Spiega un esperto: “Consentire una maggiore flessibilità nello yuan fa bene alla politica monetaria. Crea più spazio per la Cina per affrontare i suoi problemi interni”.
Le autorità cinesi stanno preparando più strumenti politici per vendicarsi contro gli USA, se le tensioni si intensificassero ulteriormente. Hanno annunciato piani per la lista nera di alcune compagnie straniere ed hanno minacciato di limitare le esportazioni di terre rare. Un gruppo di materiali utilizzati dalle aziende statunitensi: dalle auto elettriche alle attrezzature militari ad alta tecnologia.
“Non è il numero assoluto che conta, ma la velocità del deprezzamento”
Mentre uno yuan più debole potrebbe favorire l’economia cinese, gli analisti hanno affermato che potrebbe non arrivare subito, a meno che la crescita non peggiori rapidamente. Una valuta molto più debole correrebbe anche il rischio di incorrere in accuse americane, secondo cui la Cina vada ad abbassare deliberatamente il valore per compensare parte dell’impatto della guerra delle tariffe. Il cinese Xi Jinping incontrerà il presidente USA Donald Trump, al Summit del G-20 a fine giugno.
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