Volatilità del Crude Oil nello spazio

L’effetto contango sui prezzi dei future è molto elevato e porta a forti differenziali dei prezzi sulle differenti scadenze mensili.

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crude oil

Come abbiamo visto tutti, i movimenti del Crude Oil Wti, ovvero il Petrolio del Nord Amarica, hanno portato a valori negativi per il contratto future scadenza maggio, che in realtà scadeva il 21 aprile. L’effetto contango sui prezzi dei future è molto elevato e porta a forti differenziali dei prezzi sulle differenti scadenze mensili, cosa che genera turbolenza sui prezzi del Crude Oil.

Vorrei farvi vedere questa turbolenza attraverso gli occhi del mercato delle Opzioni. Sappiamo che la Volatilità dell’S&P500 è misurata attraverso il Vix, che poi è la Volatilità media delle Opzioni su questo indice. Il Vix è anche detto “indice di paura”, poiché sale soprattutto durante forti tensioni dei Mercati, come per esempio è avvenuto durante il ribasso dei mercati azionari di febbraio e marzo.

Sul Crude Oil l’Indice di Volatilità si chiama OVX e di seguito vi mostro i valori giornalieri a partire da inizio anno:

volatilità

Nella parte sinistra e sino a circa il 6 marzo, la Volatilità è stata su livelli normali: tra i 30 ed i 40 punti. Di solito la Volatilità è elevata sopra 50 punti. Invece il 9 marzo (vedi freccia sul grafico) si è schizzati ad oltre 100 punti con un valore massimo intraday di 270 punti. Da lì è iniziata la forte discesa del Crude Oil da 40$ sino a valori negativi del 20 aprile. Come vedete la Volatilità è schizzata ad oltre 500 il 21 aprile. Nel passato questo indice aveva raggiunto i 103 punti solo nel dicembre 2008. 

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In altri termini, i prezzi delle Opzioni sono andati completamente fuori scala e su valori di diversi ordini di grandezza oltre il normale…un vero salto nello spazio. È come se l’elettrocardiogramma di questo mercato abbia avuto un infarto. Ora siamo a 211pti di volatilità che è sempre un valore fuori scala. Solo quando si tornerà stabilmente almeno sotto quota 100, si potrà dire che il petrolio può tornare verso movimenti più “normali” e che la paura di nuovi collassi dei prezzi è decisamente diminuita.

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