Negli ultimi giorni i livelli di contagi Covid-19 sono tornati a salire: gli organi governativi di alcuni Paesi, hanno immediatamente lanciato l’alert su possibili azioni restrittive. In Italia lo spauracchio più temuto per il PIL é rappresentato dai lockdown o da altri tipi di restrizioni.
Uno dei settori più colpiti lo scorso anno é stato il settore turistico in Italia. I dati più aggiornati dell’Istat sul turismo pre-pandemia sono stati pubblicati a giugno 2020 e fanno riferimento all’anno 2017. Stiamo parlando del “Conto satellite sul turismo” (Cst). «Lo strumento internazionalmente riconosciuto e raccomandato per valutare la dimensione economica dell’industria turistica. In quanto offre una rappresentazione congiunta del settore sia dal lato della domanda che dell’offerta».
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Secondo Istat, le attività connesse al turismo in Italia valgono circa 93 miliardi di euro. Con un valore aggiunto generato da questo settore pari al 6 per cento del Pil. Una percentuale che è dunque meno della metà di quella continuamente ripetuta del «13 per cento».
Non solo, ampliando il campione statistico, le attività economiche riconducibili al turismo possono includere nel complesso gli alloggi, la ristorazione, il trasporto di passeggeri, il commercio al dettaglio, le agenzie di viaggio e i tour operator, e i servizi culturali, sportivi e di intrattenimento.
Se si considerano tutte queste attività, secondo Istat nel 2017 il valore aggiunto generato è stato di circa 210 miliardi di euro, pari al 13,4 per cento del Pil.
Ma la domanda ed il timore é: qualora scattassero nuove misure contenitive che cosa potrebbe accadere all’economia italiana ? In video un breve approfondimento.
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