La Banca Centrale Europea ha aumentato di 50 punti base i suoi tre tassi di interesse di riferimento. Il provvedimento, emanato il 21 luglio dopo una riunione del Consiglio direttivo della BCE, rappresenta il primo aumento a partire dallo scorso 2011 ed è inserito nell’ambito dello scudo anti-spread.
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Uno strumento per garantire la stabilità dei prezzi. Alla luce di questo provvedimento: i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno innalzati rispettivamente allo 0,50%, allo 0,75% e allo 0,00%.
A cosa serve questo provvedimento ?
Questa decisione – si apprende in una nota trasmessa dal Consiglio direttivo della BCE – arriva da una valutazione sui rischi di inflazione. E sul maggiore sostegno fornito dal Trasmission Protection Instrument (TPI) a un’efficace trasmissione della politica monetaria. Ciò sosterrà il ritorno dell’inflazione verso l’obiettivo di medio termine del Consiglio direttivo. Rafforzando l’ancoraggio delle aspettative di inflazione. E assicurando che le condizioni della domanda si adeguino in linea con il conseguimento dell’obiettivo di inflazione nel medio periodo.
Cosa succederà nelle prossime riunioni del Consiglio direttivo della Banca Centrale ?
Quanto deciso il 21 luglio è solo la prima di una serie di misure mirate alla normalizzazione dei tassi di interesse che saranno prese in futuro. Secondo quanto fanno sapere da Francoforte, infatti, nelle prossime riunioni del Consiglio direttivo sarà opportuna un’ulteriore verifica dei tassi di interesse. Anticipare a oggi l’uscita dai tassi di interesse negativi consente al Consiglio direttivo di passare a un approccio in cui le decisioni sui tassi vengono prese volta per volta. L’evoluzione futura dei tassi di riferimento definita dal Consiglio direttivo continuerà ad essere guidata dai dati. E contribuirà al conseguimento dell’obiettivo di inflazione del 2% a medio termine.
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