I governatori della Banca Centrale Europea nel corso del consiglio direttivo avvenuto lo scorso 6-7 marzo a Francoforte, hanno discusso misure di stimolo più aggressive per supportare l’economia europea in fase di netto rallentamento.
È emerso dalle minute, di quanto il board sia pronto ad adottare nuove misure per rafforzare la crescita. Pare chiaro allora un timore che il rallentamento non sia così soft e che possa protrarsi per un tempo maggiore di quanto previsto. Le prospettive di crescita rimangono stabili, con un’aspettativa di un rimbalzo nella seconda metà del 2019. Ma i timori restano e sempre all’interno del board, c’è chi pensa che quest’ultime stime “siano troppo ottimistiche”. Il focus, in ottica di politica fiscale, ha visto ancora una volta porre l’accento verso i Paesi con alto debito pubblico, sottolineando la necessità di ricostruire i cuscinetti di bilancio.
Forward Guidance
Al termine della riunione, il consiglio direttivo ha deciso di modificare le linee guida. Previsti tassi sui livelli attuali fino a fine anno e l’annuncio di un nuovo round di Tltro. “Le operazioni Tltro avranno la funzione di assicurazione nei confronti dell’economia in un momento di elevata incertezza e rischi orientati al ribasso.” Proprio in termini di rischi, le minute hanno posto l’accento verso la tensione ancora in corso fra USA e Cina e la possibile fuoriuscita del Regno Unito dall’UE in modo disordinato.
C’è però l’altra faccia della medaglia. Alcuni membri della Bce hanno manifestato preoccupazione: il periodo prolungato di tassi bassi, potrebbe danneggiare i margini d’interesse delle banche. Questo andrebbe ad inficiare la profittabilità, con una ricaduta negativa sulla stabilità finanziaria e sulla dinamica creditizia a lungo termine. Altri infine hanno ricordato come i tassi bassi, abbiamo avuto conseguenze molto diverse tra le banche dell’Unione. Mario Draghi si è esposto per la prima volta, indicando che la BCE potrebbe valutare misure per attenuare l’impatto negativo potenziale, purché venga dimostrato.