I traders si stanno tuffando nella copertura sui T-Note, proprio mentre un nuovo mese prende il via e le tensioni commerciali si manifestano come non mai.
Il problema più grande per i mercati, è che in primo luogo Trump sta inviando un messaggio facendo trapelare l’idea di tollerare un mercato azionario più basso. La minaccia, che ha sorpreso la maggior parte degli investitori la scorsa settimana, potrebbe trasformarsi in un costoso “vento contrario” significativo per le imprese ed i mercati statunitensi.
Morgan Stanley avverte che tutte queste tensioni potrebbero scatenare una recessione negli Stati Uniti in meno di un anno. Goldman Sachs sembra parlare di un’escalation. Non sorprende quindi, vedere che la probabilità di un taglio dei tassi di interesse della Federal Reserve per luglio è balzata al 50%. Vedi qui.
Naturalmente, il carico di dati in arrivo questa settimana sarà monitorato da vicino.
J.P. Morgan ha tagliato le sue previsioni sul rendimento dei Titoli del Tesoro USA su base decennale, ponendo l’accento su dove potrebbero finire quest’anno. Questo è come gli investitori si muovono verso la “sicurezza” percepita nei titoli di stato e di come fuori da questo contesto venga considerato rischioso: come le azioni ed il petrolio. La banca prevede che il rendimento dei titoli T-Note a 10 anni possat colpire l’1,75% entro la fine dell’anno. Lo si evince da quanto riportato in una nota inviata dopo la decisione del Presidente Trump in Messico, di imporre dazi verso i beni messicani. I rendimenti, che si muovono inversamente al prezzo, sono diminuiti drasticamente nel mese scorso a causa delle crescenti preoccupazioni che una guerra commerciale globale colpirebbe l’economia americana. Ciò ha, a sua volta, messo sotto pressione la Federal Reserve statunitense, per anticipare qualsiasi rallentamento e tagliare i tassi di interesse.
La nota, guidata dagli analisti Matthew Jozoff e Alex Roever, afferma che, per quanto riguarda le tariffe in Messico, “il danno alla fiducia delle imprese potrebbe essere duraturo”. “La preoccupazione maggiore è che la debolezza della spesa in conto capitale si trasformi in prudenza nelle assunzioni di posizioni sui mercati finanziari.”
La scorsa settimana, un predittore di recessione ha toccato un livello mai visto dal 2007. I rendimenti a 10 anni sono scesi al di sotto di quelli dei tre mesi – indicando un’inversione sulla curva dei rendimenti. Ciò significa che gli investitori temono il futuro e sono disposti a pagare meno per le obbligazioni a breve termine rispetto a quelle a lungo termine.
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