Il vorticoso aumento dei prezzi del BitCoin, si sta svolgendo oggi in un mercato più maturo, maggiormente regolato. Rispetto al 2017, i flussi di capitale si muovono in un contesto di maggiore liquidità rispetto al disordinato movimento del 2017. In qualche modo possiamo dire che c’è anche maggior efficienza., grazie anche all’evoluzione dell’offerta fornita dai vari intermediari finanziari.
Infatti, la crescita delle varie forme di investimento possibili ha dato la possibilità ai traders, di puntare non solo sulla crescita prospettica di BTC, ma anche sulle attese di volatilità futura. In ogni caso, secondo i dati accessibili in rete, l’afflusso di capitali verso il BitCoin continua ad aumenrare. Niente di tutto questo era disponibile alla fine del 2017.
Evoluzione
Nel 2017 l’infrastruttura di scambio tra le valute digitali e quelle “standard” era scarsamente sviluppata. C’erano pochissimi modi attraverso i quali gli investitore/speculatori potevano ottenere di nuovo la propria valuta legale. I modi di “uscita” dal mondo digitale erano pochi e non semplici: questo acuiva ancora di più la forte volatilità delle cripto-valute.
Questa caratteristica ha favorito lo sviluppo delle stablecoins. Quest’ultimi, sono criptovalute che a differenza del bitcoin hanno un prezzo stabile perché vincolato a un mezzo di scambio stabile (una moneta fiat, tipicamente il dollaro statunitense). Al momento, sembrano configurarsi come la via più ovvia per l’adozione mainstream delle criptovalute. Tanto più che la prossima generazione di stablecoin, basata su un equilibrio tra domanda e offerta gestito algoritmicamente, mira a reinventare completamente il sistema monetario globale. Così, la conversione tra valute digitali è invece istantanea e permette ai traders di proteggersi dall’elevata volatilità delle quotazioni di BTC ed affini tramite il possesso di una stablecoin.
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Attenzione però: detenere una stablecoin dal valore nominale di 1 $ non è equivalente al possesso fisico dello stesso. Non c’è garanzia legale di conversione. A novembre 2020 esistono almeno 5 diverse stablecoins sul mercato che hanno un controvalore scambiato superiore ai $100 milioni. Nel 2017 la stablecoin Tether aveva invece il monopolio assoluto; ancora oggi i Tether in circolazione rappresentano il 75% dell’intero controvalore di stablecoins. In ogni caso il mercato è cresciuto enormemente.
Al precedente massimo di prezzo del BitCoin, esistevano solo $1,5 miliardi di stablecoins. Oggi è pari a 22,7 miliardi.
Lo step alle Stablecoins ha permesso e creato un pool di liquidità a valore stabile che è immune alla volatilità estrema delle cripto-valute standard. Un ulteriore e più importante fenomeno delle stablecoins è quello della disintermediazione di BitCoin come principale asset di regolamento e riserva. Fino al 2018 infatti, la conversione tra due differenti alt-coins era possibile solo attraverso BTC. Ora gran parte di queste transazioni passano attraverso Tether ed affini.
Un ultimo fattore di riflessione riguarda il capitale che fluisce nelle stablecoins. Quest’ultimo tende a “gravitare” nel mondo digitale senza tornare indietro, sia per la difficoltà di conversione che per vantaggi di tipo operativo e fiscale. Non va dimenticato in ultima instanza che in caso di crisi di fiducia su una particolare stablecoin, BTC tende a fungere naturalmente da safe asset, nonostante la volatilità intrinseca rimanga elevatissima.
Diffusione
In base alle ricerche e ai dati diffusi sui Social Network, dell’interesse degli investitori retail, il BTC oggi non è affatto sulla cresta dell’onda. Chi sta alimentando dunque la domanda e l’afflusso di capitali ? Prima di parlare di nuova bolla speculativa, bisognerebbe tener conto di un aspetto significativo. Il mercato delle cripto-valute è mutato negli ultimi 3 anni, e l’integrazione all’interno del sistema finanziario globale è stata più rapida di quanto ci si aspettasse. Tra questi, va ricordato che il 21 ottobre scorso il gigante dei pagamenti elettronici Paypal ha attivato un servizio di acquisto in BTC all’interno della propria piattaforma. Si tratta ancora di una fase sperimentale prima dell’avvio a regime nel 2021. Gli addetti ai lavori tuttavia hanno registrato una domanda di BTC sensibilmente in aumento nelle ultime settimane.
Il grafico mostra il numero di indirizzi sulla blockchain di BTC su cui è accreditato un valore maggiore di 10$. Dopo un breve ripiegamento durante la fase di esplosione della bolla, questo indicatore è tornato ben sopra i precedenti livelli. Il possesso di quantità significative di BTC è insomma sempre più diffuso. Il pattern rimane infatti invariato se si considerano soglie alternative quali 100 o 1.000 $.
L’arrivo di Paypal è solo l’ultimo dei segnali. I grandi investitori istituzionali stanno facendo affluire capitali sui mercati delle valute digitali, incentivati ovviamente dalla liquidità a costo zero iniettata dalle banche centrali a seguito della crisi pandemica.
Prestiti
Si sta sviluppando inoltre un mercato di prestiti sulla blockchain. Un fenomeno che rende gli spread inter-exchanges più stretti ed i prezzi quotati più significativi. Teoricamente, qualsiasi attività commerciale che detiene assets digitali, trae vantaggio dalla crescente disponibilità di credito.
In conclusione, la nuova ascesa di BTC si sta svolgendo oggi in un mercato più maturo, maggiormente regolato e sorvegliato. I capitali si muovono in maniera più efficiente in un contesto di maggiore liquidità rispetto alla disordinata bolla del 2017. Lo sviluppo silenzioso delle infrastrutture tecnologiche e finanziarie, lontano dai clamori mediatici, sta disegnando un futuro meno speculativo e più solido per l’intero comparto delle cripto-valute.
Mercati Derivati
Nel dicembre 2017 si registrava l’ultimo rally di BTC, ma in contemporanea nasceva il primo mercato istituzionale di strumenti derivati (futures) su valute digitali al Chicago Mercantile Exchange (CME). I futures su BTC sono diventati da allora lo strumento derivato su valute digitali più liquido del mondo. A differenza degli scambi standard di BitCoin sulla blockchain, il CME è collegato a un’infrastruttura di compensazione consolidata ed in grado di drenare migliaia di miliardi di $.
Un’infrastruttura efficiente e la possibilità di regolare le transazioni in dollari sono state i requisiti fondamentali per attrarre gli hedge funds ed investitori istituzionali. Il CME è diventato una scelta naturale per molti gestori di fondi di grandi dimensioni. “Naturalmente la presenza di un mercato regolamento e liquido non rende impossibili gli abusi. Migliora enormemente le condizioni al contorno rispetto alla natura selvaggia degli exchanges di valute digitali, dove la manipolazione dei prezzi è quasi una prassi operativa.” La mancanza di mercati controllati e ordinati è stato il motivo principale per cui la Securities and Investment Commission (SEC) ha rifiutato ripetutamente di avallare la costituzione di Exchange Traded Funds (ETF) su BTC.
Questo traguardo ora è più vicino e non è difficile immaginare quale catalizzatore di liquidità un ETF potrebbe essere per BTC nel prossimo futuro. Poi c’è la frontiera: i mercati delle opzioni. L’open interest in un contratto di opzione è la somma del valore delle opzioni in essere e non esercitate. In termini assoluti, i numeri delle opzioni negoziate su BTC sono ancora piuttosto bassi, ma la crescita è travolgente: il valore dell’open interest è quasi raddoppiato in 30 giorni (+88%, cfr. figura 2).
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