Le esportazioni della Cina sono diminuite dell’1,3% a giugno rispetto a un anno fa, mentre le importazioni sono diminuite del 7,3% nello stesso periodo.
Secondo i dati riportati dagli economisti di Reuters, erano attese esportazioni cinesi in calo del 2% a giugno rispetto a un anno fa, mentre le importazioni avrebbero dovuto contrarsi del 4,5% rispetto all’anno precedente. La sorpresa invece arriva dal dato odierno: le esportazioni sono aumentate dell’1,1% su base annua, mentre le importazioni sono diminuite dell’8,5% durante lo stesso periodo. Il surplus commerciale complessivo della Cina è stato di $ 41,65 miliardi.
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Giugno ha segnato il primo mese completo di tariffe USA più alte su circa $200 miliardi di merci cinesi. Nella prima metà dell’anno, il commercio totale della Cina con gli Stati Uniti, è diminuito del 9%, come mostrato dai dati doganali. Le esportazioni cinesi verso gli USA, nella prima metà del 2019, sono scese del 2,6% rispetto a un anno fa. Mentre le importazioni dagli Stati Uniti sono diminuite del 25,7% su base annua.
Le tensioni commerciali hanno esercitato una certa pressione sugli scambi con la Cina, ma il suo impatto è stato gestibile.
I dati di oggi di Pechino sono arrivati dopo che il presidente USA Donald Trump ed il presidente cinese Xi Jinping, avevano concordato al vertice del Gruppo dei 20 in Giappone che non avrebbero, a breve termine, implementato ulteriori tariffe nei rispettivi paesi.
Tuttavia, i due giganti economici rimangono in una fase di stallo nella loro controversia commerciale. Continuando a suscitare timori di un rallentamento economico a livello mondiale a causa dell’interruzione delle catene di approvvigionamento. Le ricadute della lotta commerciale sembrano ripercuotersi soprattutto nei porti americani. Il complesso portuale di Los Angeles e Long Beach – il più trafficato della nazione ed il numero 1 per il commercio marittimo con la Cina – a gennaio ha gestito il 5,1% in meno di container in entrata. Lo stallo commerciale tra Washington e Pechino ha interrotto le catene di approvvigionamento globali.
Anche i dati provenienti da altre parti del mondo non sono incoraggianti.
Venerdì scorso, Singapore – un hub commerciale ed un’economia basata sull’esportazione vista come una pietra miliare per la crescita globale – ha riportato i dati preliminari. I quali hanno mostrato che il suo PIL si è ridotto del 3,4% nel periodo aprile-giugno, rispetto al trimestre precedente su base annua. Questa è stata la più grande contrazione trimestrale in quasi sette anni e le aspettative degli economisti sulla crescita trimestrale dello 0,1%.