Che cos’è il MES ?

Il Meccanismo Europeo di Stabilità [ MES ], detto anche Fondo salva-Stati, è nato come fondo europeo per la stabilità finanziaria della zona euro.

0
mes

Sono state e sono spese davvero molte parole sul MES, in queste ultime settimane. Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.

Che cos’è ? 

Il Meccanismo Europeo di Stabilità [ MES ], detto anche Fondo salva-Stati, è nato come fondo europeo per la stabilità finanziaria della zona euro. È stato istituito per trattato dagli Stati membri dell’area. Funge da fonte permanente di assistenza finanziaria per gli Stati membri in difficoltà.  La capacità di prestito massima di € 500 miliardi. L’assistenza conferita è però sottoposta ad una stretta condizionalità. Gli Stati sono garanti, ovvero devono adottare delle misure necessarie per la stabilità economica, avendo come punto fermo il principio della responsabilità delle finanze pubbliche.

Storia

Il MES, come giusto ricordare, nacque come fondo finanziario europeo per la stabilità finanziaria della zona euro e fu istituito dalle modifiche al Trattato di Lisbona approvate il 23 marzo 2011 dal Parlamento europeo. Ratificate dal Consiglio europeo a Bruxelles il 25 marzo 2011. Il Governo italiano in carica durante l’approvazione dello statuto riguardante il MES era dunque il cosiddetto Governo Berlusconi IV. In carica dall’8 maggio 2008 al 12 novembre 2011. Durante il Consiglio Europeo del 25 marzo 2011, l’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi rappresentò il nostro paese al tavolo in cui si definirono i contenuti del MES.

Inoltre, fu proprio il Consiglio dei Ministri del Governo Berlusconi IV (con i vari Giorgia Meloni, Umberto Bossi, Raffaele Fitto, Roberto Calderoli, Renato Brunetta, Maria Rosaria Carfagna, Roberto Maroni, Ignazio La Russa Angelino Alfano, Giulio Tremonti etc.) ad approvare il 3 agosto 2011 il “disegno di legge per la ratifica della decisione del Consiglio Europeo 2011/199/Ue, che modifica l’articolo 136 del Trattato sul funzionamento della Ue relativamente a un meccanismo di stabilità (ESM – European Stability Mechanism, in italiano MES), nei Paesi in cui la moneta è l’euro”.

Come funziona

Il MES sostituisce il Fondo europeo di stabilità finanziaria (FESF) e il Meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria (MESF), nati per salvare dall’insolvenza gli stati di Portogallo e Irlanda, investiti dalla crisi economico-finanziaria. È attivo da luglio 2012 con una capacità di oltre 650 miliardi di euro, compresi i fondi residui dal fondo temporaneo europeo, pari a 250-300 miliardi. È regolato dalla legislazione internazionale e ha sede in Lussemburgo. Il fondo emette prestiti (concessi a tassi fissi o variabili) per assicurare assistenza finanziaria ai paesi in difficoltà. Acquista titoli sul mercato primario (contestualmente all’attivazione del programma Outright Monetary Transaction), ma a condizioni molto severe. Queste condizioni rigorose “possono spaziare da un programma di correzioni macroeconomiche al rispetto costante di condizioni di ammissibilità predefinite”. Potranno essere attuati, inoltre, interventi sanzionatori per gli stati che non dovessero rispettare le scadenze di restituzione i cui proventi andranno ad aggiungersi allo stesso MES.

Hai trovato questo articolo interessante? Iscriviti al nostro canale Telegram gratuito: clicca qui

Pertanto, la procedura di attivazione del Mes si riassume in:

  1. uno Stato Membro in difficoltà deve avanzare la richiesta di assistenza al Presidente del Consiglio dei governatori del fondo salva-Stati;
  2. Il MES chiede alla Commissione UE di valutare lo stato di salute del Paese che ha chiesto aiuto e di definire il suo fabbisogno finanziario.
  3. Dopo la valutazione, l’organo plenario del MES decide di agire e aiutare il Paese in difficoltà con prestiti.

La prossima riunione dell’Eurogruppo è in programma per l’8 maggio 2020. I ministri in quella data dovranno dare il via libera definitivo ai dettagli tecnici della nuova linea di credito del Mes “sanitario” tra cui indicare le tipologie di spese finanziabili e le maturità dei prestiti.

Leggi anche: Recovery Fund, cos’è e come funziona